Baja California del Mexico

Mare e deserto, baie cristalline che luccicano al sole, imponenti montagne rocciose che precipitano in acqua, onde ruggenti, valli remote popolate di cactus. Tanto vento e una luce limpida, quasi abbagliante. Sono gli elementi primordiali che “fanno” la Baja California.
L’abbiamo girato in fretta e furia, senza aver potuto conoscerla per quello che merita, solamente immagini veloci di spiagge memorabili e libere, paesaggi che ti rubano il cuore, deserti e montagne aride e il sole che non ti lascia mai… La Baja…Messico…andateci e perdetevi….!

Il nostro viaggio iniziò il 18 Agosto e so che potrebbe sembrare una data come tante altre, ma noi prendevamo il volo dal Canada al Messico mentre l’uragano Dean rafforzandosi, minacciando di toccare la categoria 5 continuava la sua corsa devastatrice verso il Messico. Per fortuna dopo aver raggiunto la massima potenza Dean ha colpito le coste della penisola messicana Yucatan ma ha perso potenza, scendendo a categoria 3 e il peggio è stato evitato.
L’aereo partito, quindi, puntualissimo e senza nessun problema per arrivare a San Josè del Cabo la punta più meridionale della Baja California.

San Josè del Cabo è una tipica cittadina messicana in stile coloniale dalle strade strette, con i suoi negozietti, le boutique e i ristoranti, con giardini e cortili, ricca di vegetazione lussureggiante. Una volta aveva un’aria ruspante e un po’ freak. Oggi il bel litorale cittadino si è riempito di resort (con magnifica vista sul Cabos), ma il piccolo centro storico, con lo Zocalo e le case colorate, ha mantenuto vivo il suo carattere messicano. L’atmosfera qui è più cordiale e rilassata, della serie, siamo turisti, ma siamo… in Messico.
Cabo S. Lucas invece è la più internazionale delle località balneari della regione, popolata in massima parte da turisti statunitensi. Una propria “Gringolandia”, con resort e grandi alberghi internazionali, shopping mall e orde di turisti. Evitabile, se non ci fossero i dintorni da non perdere…
Le due località marine sono collegate da un breve tratto di autostrada dove si susseguono una serie ininterrotta di prestigiose catene alberghiere, l’hotel che abbiamo scelto si chiama Marquis ed è una meraviglia di eleganza.
E’ situato sulla cima della scogliera protesa sulla spiaggia dell’Oceano Pacifico, la pietra nativa si fonde con le strutture in cemento armato color beige che si amalgamano come in un unico impasto; con spettacolari terrazze a sbalzo che gettano l’acqua dall’altezza di 65 piedi creando un eccezionale effetto cascata, con vista mozzafiato sull’oceano, con la spiaggia bianca e deserta e, alle spalle, montagne quasi lunari disseminate di cactus…..un sogno una favola….
Ogni mattina facciamo collazione in terazza ammirando migliaia di chilometri di costa con onde e cavalloni che fanno la gioia degli appassionati di surf, le spiagge frastagliate, infinite, spezzate dalle scogliere, gli scogli sferzati dal mare, le baie pittoresche, insomma, il posto è una vera e propria meraviglia della natura.
Le spiagge più belle in zona del Cabo sono: Playa Palmilla (acque tranquille, adatte per nuotare), Playa Santa Maria (snorkeling), Playa del Amor (raggiungibile solo in barca).
Di buon ora siamo a Playa Medano per prendere il catamarano che ci porterà a vedere l’estremo sud di Los Cabos con la sua playa del Amor, protetta da grandi e nudi faraglioni rossastri e incorniciata da uno dei simboli della Baja; “El fín de la tierra”, con questo nome è nota agli abitanti locali la punta della penisola, dalla quale si possono osservare le esuberanti montagne, il deserto, le lunghe spiagge di sabbia bianca nonchè spettacolare e l’imponente arco di roccia che segna il tratto di mare in cui le acque ruggenti del Pacifico incontrano quelle più calde e tranquille del Mare di Cortez.
Partiamo da S.Jose del Cabo che è quasi mezzogiorno, ci immettiamo sulla Mex 1 e maciniamo km. e km. di rettilineo, interrotto solo da saliscendi, facendo attenzione alle tante magre mucche ed agli asini intenti a brucare (…è tutto secco…) ai bordi delle strade. Incrociamo pochi altri mezzi. Facciamo tappa a Todos Santos, per salutare l’oceano e le sue ampie insenature habitat naturale delle grandi balene grigie e solitarie immense spiagge.
Attraversiamo quindi entroterra il paesaggio non varia, sempre rocce, deserti primordiali, cactus a perdita d’occhio, bianchi paesini semi-abbandonati e bruciati dal sole, grandi ranch, antiche missioni gesuitiche… fino ad arrivare a LaPaz capitale della Baja California Sur.
E’ una città molto, molto afosa ma accogliente, allungata su un’ampia baia sabbiosa, ha graziosi edifici color pastello, piena di locali che si affacciano sul Malecòn (il lungomare) con tanta gente che dalla mattina alla sera sorseggia drink ghiacciati prendendo il sole bollente lungo la strada della movida cittadina.
L’atmosfera è rilassata ma vivace: una delle poche occasioni di vita (moderatamente) notturna a Nord del Cabos. Ma qui si viene soprattutto per le spiagge: nei dintorni ci sono baie bianchissime e semideserte, che si affacciano su acque calme e trasparenti, una sinfonia di verdi e di turchese. Fra le più belle ci sono la Bahia di Pichilingue e, raggiungibile solo per uno sterrato, quella di Balandra, con splendide calette di sabbia e formazioni rocciose dalle forme bizzarre, come El Hongo (il fungo), immagine simbolo di La Paz.
Abbiamo alloggiato nella posada de Las Flores, decorata in stile coloniale, l’arredata al gusto di un’antica casa messicana, situata sul lungomare di La Paz da dove si poteva ammirare lo stupendo scenario del tramonto del sole sul Mar di Cortéz.

Balandra – TecoloteGiorno seguente ci spingiamo oltre 20 km fuori da La Paz pronti a esplorarr posti nuovi, la jeep si arrampica con affanno sulle colline rocciose della zona fino ad arrivare ai piedi della montagna che decidiamo di scalare abbandonando la macchina lungo la strada. La camminata non è facile perché la roccia è rovente e friabile ma alla fine arriviamo in cima con una ampia terrazza panoramica che la natura ha costruito per fermare il respiro a chi si affaccia sul mare. E’ bello da far paura questo mondo lontano dal mondo, una tavolazza di colori che per ogni tinta ha mille tonalità, per ogni profumo mille sfumature; abbiamo di fronte la famosa Balandra.
La Balandra è la spiaggia più scenografica, quasi un cerchio perfetto a formare una grande piscina dove l’acqua è costantemente bassa e specie al pomeriggio con la bassa marea, prende dei colori verdi e/o turchesi davvero spettacolari. Superando il promontorio roccioso che si vede sul lato dx quando si arriva in spiaggia, si raggiunge un’altra distesa sabbiosa bianca con 3 ombrelloni fatti di foglie di palma secche. Proseguendo ancora si raggiunge un altro promontorio roccioso in corrispondenza del quale si può fare un po’ di snorkeling poiché sul fondale si trovano un po’ di pesci colorati, alcuni anche abbastanza grandi.
Torniamo a Playa Balandra giorno dopo e con nostra sorpresa la spiaggia è molto più grande di come l’avevamo lasciata la sera prima, quando la marea si era mangiata almeno 10 mt.di spiaggia. Arriviamo che c’è solo una famiglia di messicani ed una quantità di enormi granchi che cercano di ritornare a mare dopo che la marea è scesa.
Il pomeriggio ci dirigiamo verso Playa Tecolote, dove come sempre, sulle spiagge appena fuori dalle rotte classiche, non c’è nessuno.

Isla Espiritu Santo – Los Islotes – Playa Ensenada

La mattina presto subito dopo la colazione decidiamo di salpare alla volta dell’Isla Espiritu Santo, il costo della gita è 440$; possono sembrare un po’ tanti, tuttavia si riveleranno ben spesi e inoltre la gita comprende anche una gustosa comida. L’isla si trova proprio di fronte a playa Tecolote e si raggiunge in circa 20min. Il posto è davvero magnifico: GALAPAGOS DELLA BAJA – con un po’ di orgoglio, qui le chiamano così. Sono le isole del micro-arcipelago di Espiritu Santo, un ecosistema di rocce, sabbia e acqua, ricchissimo di flora e fauna marina dichiarato area protetta. Basta una breve escursione in barca, per vedere famiglie di delfini che nuotano nelle acque cristalline e può capitare persino di vedere le mante che saltano dall’acqua.
Navigamo lungo la costa dell’isola, entriamo in grotte attraverso strette aperture, guardiamo le rocce dalle forme particolari, ma mentre continuiamo il giro attorno all’isola un gruppetto di delfini comincia a scortare la nostra barca.
Mezzo miglio a nord dell’Isola Espiritu Santo troviamo Los Islotes, due grandi scogli, uno dei quali forma un arco naturale. Ci immergeremo al centro di questa formazione rocciosa ed incontreremo subito, tra i coralli, densi banchi di argentee sardine, pesci angelo blu, oro e pesci chirurgo dal giallo brillante. Questi isolotti sono la sede permanente di una colonia di oltre 200 leoni marini marrone della California. Queste curiose creature dimostrano un grande interesse per i sub, tanto che a volte gli esemplari più giovani ti tirano con la bocca le pinne cercando di convincerti a giocare con loro, o si esibiscono sfacciatamente in incredibili acrobazie subacquee. I grossi maschi diventano combattivi e territoriali durante la stagione degli accoppiamenti e pattugliano la loro area in difesa dell’harem.
La circumnavigazione subacquea di questi isolotti racchiude sempre eccitanti sorprese per esempio sott’acqua ci sono vere e proprie “montagne” sotterranee come El Bajo, a 18 metri di profondità minima, dove si può nuotare fra squali martello e vecchi relitti nautici. Per noi sarà magari per la prossima volta.
Per il pranzo al sacco, bagni e relax ci fermiamo in una piccola spiaggia, playa Ensenada, in cui ci sarebbe piaciuto restare molto ma molto di più…
A Espiritu Santu non esistono strutture turistiche, ma solo un esclusivissimo campo tendato sulla spiaggia, che offre a pochi eletti una vacanza da Robinson Crusoe in versione deluxe.

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